sabato 7 aprile 2007

Aiutiamo i lavoratori della Fiat Sata

Virgilio Caivano, Portavoce del Coordinamento Nazionale Piccoli
Comuni Italiani, ha scritto al Ministro del Lavoro, Cesare
Damiano, per mettere in evidenza la tragica situazione che vede
protagonisti i 318 giovani operai precari della Fiat Sata.

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Al Ministro del Lavoro
Cesare DAMIANO
ROMA

Gentilissimo Sig. Ministro del Lavoro,

nel mese di Dicembre dello scorso anno per 318 giovani operai precari
della Fiat Sata e indotto di San Nicola di Melfi (Pz), quasi tutti
residenti nei nostri piccoli Comuni, il sogno di un posto di lavoro,
sia pure precario con contratti a settimane, giorni, perfino ore, si
è praticamente trasformato nel peggiore degli incubi: la
disoccupazione. Tutto questo nonostante le fasulle promesse e corsi
di formazione pagati con danaro pubblico per fare cosa nessuno lo sa,
visto che non sono rientrati nel circuito produttivo. Ancora una
volta a pagare sono i più deboli, i giovani, quelli che tutti
indicano come il futuro del Paese e per i quali alla fine nessuno in
concreto mette in campo misure vere. Quando vogliamo cambiare davvero
le regole promesse in campagna elettorale?
Per le generazioni attuali non c'è nessuna certezza, nessun punto
fermo, solo parole e propaganda elettorale. Per i giovani che vivono
nei piccoli comuni ed in special modo le donne i problemi si
complicano ancora di più e diventa sempre più difficile accettare una
chiara condizione di autentico disagio sociale. Le condizioni di vita
precarie in tutte le sue articolazioni esplodono plasticamente nelle
piccole comunità locali della aree interne dell'Appennino italiano ed
in maniera più dura nelle realtà meridionali.
Il Governo italiano e la sua maggioranza parlamentare hanno a più
riprese sbandierato misure straordinarie per il Mezzogiorno ed in
particolare per il lavoro ai giovani. Solo parole, con una ripresa
devastante dei flussi migratori che portano via come negli anni
cinquanta migliaia di giovani, oggi anche con una laurea in tasca,
dalle nostre comunità.
Occorrono politiche serie e coerenti per debellare il cancro
autentico del precariato, non possiamo continuare a premiare quelle
aziende che nel nome delle regole e delle leggi vigenti mortificano
ed umiliano la migliore gioventù del nostro Sud che tanto ha dato in
questi dieci anni nel nome della produttività sfrenata e senza regole.
La verità straziante è che il furore ideologico del cambiamento per
aprire una nuova stagione dei diritti è ormai derubricata,
cancellata, messa in sordina dalla cattiva politica parolaia e
menzognera. Una stagione nuova dove il diritto a farsi una famiglia,
una casa, un futuro torna ad essere centrale nell'agenda della
politica italiana ed invece siamo costretti ad assistere ad un
balletto di menzogne che non portano da nessuna parte. Per queste
ragioni avanziamo la proposta che il cosiddetto "tesoretto", delle
maggiori entrate fiscali venga utilizzato per costruire davvero le
condizioni per un futuro ai nostri giovani e non per una spalmata
elettorale che non porterà da nessuna parte. Il Paese è ultimo
nell'Europa che conta sul piano delle nuove tecnologie, della ricerca
e dei nuovi saperi, segmenti strategici per avere certezza di un
domani.
Progettare il futuro è il primo compito di un Governo degno di tale
nome. Oggi però, la politica ha smesso di essere una questione di
finalità per diventare un problema di gestione di mezzi: è il
risultato di una cultura manageriale, influenzata dai poteri
economici dominanti, secondo la quale il valore umano e sociale di
una persona si definisce in rapporto alla sua redditività.
Noi sogniamo una società dei diritti e dei doveri, anziché una
società fondata sul diritto dei più forti, coltiviamo la speranza
delle giustizia e della solidarietà, del merito.
Caro Ministro tutto questo non è utopia , ma il rifiuto di accettare
passivamente il presente e lottare per un futuro carico di dignità e
centralità per la persona umana. Un punto fermo nel programma di
Prodi che non troviamo da nessuna parte nelle azioni concrete di
questo Governo.

Rocchetta Sant'Antonio, 26 marzo 2007

Il Portavoce
Virgilio Caivano